Personaggi Chiave
del Conflitto

1. Luigi Cadorna
2.
Armando Diaz
3.
Cesare Battisti

In fase di REALIZZAZIONE


Maresciallo Luigi Cadorna

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Ecco come viene definito da ANGELO GATTI il Cadorna.

"Il generale Cadorna è certamente uno degli uomini grandi dell’italia dei nostri tempi. La sua mente e la sua natura sono del tutto italiane: di primo impeto, cioè calde, industri, audaci, attive, avide di nuove sensazioni, piene di giuste vedute e di giuste conclusioni. L’intuito ha in lui grandissima parte forse maggiore del ragionamento: una questione è compresa e risolta in un momento, e la decisione presa è difficilmente mutata. Prevalgono nel generale le qualità dell’artista: la fantasia vigorosa, l’immediata corrispondenza del pensiero e dell’immagine, l’espressione fluida, vivace, colorita. La preparazione di antica data, solida meticolosa integrale, s’immedesima in lui con l’istinto del comando e con la naturale vocazione alle armi.
Tutto ciò che arriva al suo cervello è immediatamente e violentemente rappresentato e vivificato. Il freno della riflessione, che pure è potente, in quel veemente inseguirsi di idee e di passioni, può talvolta giunger lento o non esser abbastanza robusto. Ha l’immaginazione creatrice, che costruisce bene il piano della guerra, comunica chiaramente il pensiero ai collaboratori e imprime rapidamente il movimento alle moltitudini. Ha la memoria rappresentativa, che mette nel giusto rilievo il terreno su cui gli eserciti debbono muovere e raffigura esattamente questi eserciti. Ha infine la volontà che non conosce confini, rovescia tutti gli ostacoli, doma tutte le volontà, pensa e vuole solamente lo scopo.
La grandezza dell’opera alla quale s’era accinto, l’altissima forza dello spirito, il risultato che aveva già con dure fatiche conseguito nonostante tanti ostacoli di uomini e di cose, avevano dato al generale un sentimento di sè che era giustificato, ma forse imprudente. Il Cadorna non era così per superbia: intimamente, nessuno è mai stato meno superbo di lui. Era così perchè godeva della propria creazione; perchè sentiva profondamente ciò che faceva ed assumeva gagliardamente la responsabilità della sua opera; perchè gli sarebbe parso viltà non dire subito e non sostenere interamente il proprio pensiero, e soprattutto perchè voleva, cominciando da sè, dare esempio e prova agli Italiani e agli stranieri della vigorosissima virtù e della risolutissima volontà italiana di combattere.
Poiché la Patria aveva decretato la guerra, egli le aveva dato formidabili lo strumento della guerra e la guerra. Un enorme soffio animatore era uscito da lui. Era stato l’uomo che aveva avuto fiducia negli Italiani. Nessuno era stato come lui tanto orgoglioso d’essere italiano, sopra tutto italiano. Nessuno aveva avuto tanta certezza che la tremenda prova, nella quale si era lanciato con fermissimo cuore, avrebbe aggiunto al buon senso, al valore, alla generosità presenti, la risoluzione, la calma, la perseveranza future. Questa era stata la sua grandezza, per la quale nei giorni dubbiosi e scorati aveva raccolto in campo e guidato il primo esercito nazionale. Nessun altro avrebbe avuto quella sua durissima forza"

ANGELO GATTI, Uomini e folle di guerra.

 

 

 


Maresciallo Armando Diaz

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Mario Ravasi è
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